
Il Corpo Perfetto
"Perfezione" cosa vuol dire esattamente?
Mi sono chiesta quale potesse essere la definizione giusta di “perfezione“.
“Perché te lo sei chiesta?” dirai.
Perché lavorando in studio e approcciando tantissime donne, uomini, ragazze e ragazzi che lavorano sul proprio corpo, mi sono resa conto che, quando si parla di taglie, di corpo, di ideali di bellezza, il cibo si trasformi spesso in un mezzo che conduce e avvicina a quei canoni che ci hanno fatto credere essere “perfetti” (e quindi conformi) e perda la sua vera valenza: essere un piacere.
Quali sono questi canoni?
Riferiamoci ai canoni estetici promossi dalla società odierna: la “perfezione” sembrerebbe abitare nei corpi a clessidra e nei muscoli scolpiti.
Estendiamo invece il concetto agli obiettivi di vita, alle passioni personali e alle opportunità lavorative. L’avvento dei Social Media ha alzato molto in alto l’asticella delle aspettative di vita personali e pare che anche le nostre aspirazioni e i nostri sogni siano diventati strumento di confronto, motivo di angoscia, anelito e desiderio.
Ciò che ho concluso è che, forse, la perfezione è un concetto astratto: ognuno si fa la sua idea (arrivare a un certo peso, raggiungere un obiettivo personale) e spera che, arrivando a concretizzarla, tutto possa cambiare, in meglio.
Ma chi ci ha fatto cadere in questo tranello?
Prendiamo come esempio il mio percorso universitario: ogni esame era stracolmo delle mie aspettative che non si sono quasi mai concretizzate, ma che nella mia testa, erano il biglietto che mi avrebbe portato ad essere una Nutrizionista perfetta (spoiler: i voti all’università nel nostro settore sono quasi inutili!).
Era l’ambiente universitario a spingermi a quella conclusione. Oggi rimpiango di essermi fatta influenzare dalla competizione e di non essermi vissuta quel periodo con più serenità.
I media ci hanno fatto familiarizzare con idee di vita difficilmente realizzabile e con canoni estetici umanamente irraggiungibili: vite di vespa, percentuali di massa grassa che rasentano la malattia e una serie di caratteristiche standardizzate che oltre che essere innaturali, ci rendono tutti noiosamente uguali.
Già il fatto di renderci fotocopie di altri, avrebbe dovuto farci allarmare, ma proprio perché veniamo (spesso involontariamente) sommersi da frasi, comportamenti, immagini e pubblicità che ci ribadiscono lo stesso concetto infinite volte, ci siamo cascati, tutti!
"Perfezione" è bellezza?
La bellezza è una convenzione sociale
Su questo ho riflettuto durante un corso di sociologia che ho seguito lo scorso anno.
Ci pensate mai che 70 anni fa i canoni estetici erano completamente diversi da quelli odierni?
Che le forme desiderate erano morbide, la pelle bianca porcellana e i capelli cotonati?
Pensate a come sono cambiati rispetto ad oggi.
Questa evoluzione dell’ideale di bellezza, mi ha portato a dire che, forse, fra 30 anni i canoni che oggi reputiamo socialmente “accettati” e conformi, magari non lo saranno più, chissà!
L’ideale di corpo “perfetto” è una norma sociale che è valida solo in un certo ambito limitato da un tempo e da un luogo e la perfezione, quindi, è un concetto mutevole.
Il corpo
Definiamo cosa si intende per corpo.
Il corpo è la struttura fisica dell’uomo, cioè come ci mostriamo all’esterno. Se siamo tutti d’accordo con questa definizione, il corpo è quindi solo una parte del nostro essere.
In che senso?
Gli esseri umani sono il frutto del dialogo tra questa massa di carne viva che ci fa esistere e il nostro “io sono”.
Visto in quest’ottica, il corpo diventa uno strumento per raccontare: le nostre insicurezze, i nostri momenti di fragilità e di forza. Questo ci permette di essere, di dare vita a quell’ “io sono” che ho appena citato.